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«MIO FIGLIO UN OSTACOLO? HA 5 ANNI E ABBIAMO GIÀ VISITATO QUATTRO CONTINENTI»

Intervista a Federica Piersimoni, dal 2008 la madrina dei travel blogger italiani

di Benedetto Colli

Federica Piersimoni è la madrina dei travel blogger italiani. Con lo pseudonimo «Federchicca» ha aperto nel 2008 il suo primo blog di viaggi, viaggi-lowcost.info. Nel 2014 il sito è diventato una testata giornalistica registrata e oggi consta di una redazione con 90 autori che scrivono per una platea di oltre 3 milioni di persone all’anno. Nel 2011 crea il secondo blog, federicapiersimoni.it, dove affronta sempre il tema del viaggio da una prospettiva più personale e «familiare»: nel 2016 è infatti nato suo figlio Giulio, coprotagonista di molte delle sue peregrinazioni. Oggi è consulente di comunicazione, formatrice e scrittrice (nel 2019 è uscito il suo primo libro, Una mamma travel blogger), senza mai rinunciare alla sua indole di globetrotter e narratrice.

Com’è nata l’idea, non scontata nel 2008, di trasformare la tua passione per i viaggi in un’attività di travel blogger?
«Un paio di settimane fa era l’anniversario dei 13 anni da quando ho iniziato. Credo sia la relazione più lunga della mia vita! (ride) Non è stata tanto una mia intuizione, quanto un’idea di mio fratello, capo di un’agenzia di comunicazione. Fu lui a essere lungimirante e a spronarmi ad aprire un blog di viaggi. Ero ancora un’universitaria, non avevo un grande budget da dedicare alla mia passione: fu così che nacque viaggi-lowcost.info. Ho poi aperto federicapiersimoni.it, dedicato sempre al tema dei viaggi ma in un’ottica più ampia e personale».

Sei la mamma di Giulio, 5 anni, con cui hai già girato ben quattro continenti. Come riesci a conciliare le difficoltà della vita da genitore e la tua passione per il viaggio?
«Giulio non è mai stato di ostacolo, anzi, grazie a lui siamo ancora più spronati a farlo. Vogliamo che veda il maggior numero di cose del mondo il più presto possibile. Giulio ha iniziato a viaggiare quand’era nella mia pancia, è abituato a essere in giro per il pianeta fin dai primi mesi di vita. Quando aveva 6-7 mesi, il periodo in cui i neonati vanno svezzati, ci trovavamo a Cuba. Abbiamo deciso di fare il cosiddetto “auto-svezzamento”, quindi mangiava il riso con fagioli assieme a noi. Così abbiamo potuto introdurlo anche ai sapori del mondo. Non abbiamo mai incontrato grosse difficoltà: abbiamo sempre visto il viaggio come una parte integrante della nostra famiglia, dunque l’abbiamo semplicemente introdotto alla nostra vita quotidiana».

E lui come vive i viaggi che fate insieme?
«L’ultimo prima della pandemia è stato a Singapore nel novembre 2019. È tutt’ora quello che si ricorda con maggior piacere. In particolare, lo emoziona salire sugli aerei. La volta successiva che abbiamo volato è stata l’estate scorsa per andare in Sicilia. All’atterraggio, si è voltato verso di me lamentandosi: “Ma come, dura così poco questo volo?” (ride). Speriamo di tornare a fare un bel viaggio lungo con l’arrivo dell’autunno».

Che legame hai con la Toscana?
«Per me non è solo un luogo di vacanza, ma è stato il punto di ripartenza della mia vita lavorativa. Nel 2011, quando mi sono licenziata dall’agenzia di comunicazione in cui lavoravo e sono diventata una libera professionista, il mio primo impegno è stato seguire un festival di musica classica sull’isola d’Elba. Mi sono trasferita là per un mese, tra agosto e settembre. Forse è proprio per il ricordo intenso di quei giorni che non ci sono più voluta tornare. Ma è giunta l’ora di rimediare a questa mia assenza».

In Regione, quali sono le mete imperdibili di questa estate?
«Consiglio calorosamente l’Isola del Giglio e, soprattutto, il castello di Ama, un posto meraviglioso a Gaiole in Chianti, in provincia di Siena. Mi ha colpito in particolare l’installazione artistica di Daniel Buren: un muro di specchi di 25 metri su cui si aprono delle finestre a forma di cornice da cui ammirare il paesaggio delle colline del Chianti».

Sul tuo blog scrivi: «Da sempre sono appassionata di cibo e i piatti in viaggio hanno per me un’importanza fondamentale». Cosa mi dici della cucina toscana?
«Non so dire neanch’io se amo di più i viaggi o la cucina in viaggio, perché mangiando i piatti locali si ritrova tanto della cultura del posto che si sta visitando. Della Toscana mi sono rimasti nel cuore i taglieri di Prosciutto Toscano DOP e i classici della cucina, i piatti poveri dalle materie prime poco costose. Sono le ricette più rappresentative e interessanti da gustare e da raccontare. Adoro in particolare la pappa al pomodoro: riesce a unire tutti, vegetariani compresi».

Qual è il luogo nel mondo che più ti è rimasto nel cuore?
«Il Belgio».

Il Belgio? Non me lo sarei mai aspettato.
«Le coste, in particolare. C’è una piccola cittadina che si chiama Knokke. Ci sono stata 14 anni fa e non l’ho più dimenticata. Le case sulle dune, la spiaggia lunghissima… Sono nata a Fano e vivo a Rimini da tanti anni: non riesco a resistere al fascino del mare, soprattutto quello del Nord».

E il luogo che più vorresti visitare?
«Vorrei tornare in Australia. Ci andai per un progetto dell’Ente australiano del turismo legato ai luoghi dove vivono gli aborigeni, quindi la parte centrale dell’isola. Adesso vorrei vederne la costa e le zone più celebri. Pensa, prima di visitarlo era un paese che non mi aveva mai attratto particolarmente. Ma quando ci ho messo piede, ho capito perché riscuote tanto successo. Il senso di libertà e di possibilità che ti regala non è eguagliato da nessun altro luogo, neppure dagli Usa».